sabato 9 gennaio 2010

La Nostra Etiopia

















Le foto a noi piu' care sono quelle fatte coi bimbi, dai piu' piccoli ai piu' grandi! Bambini stupendi con dei sorrisi e una dolcezza indescrivibile. Ma per ovvi motivi abbiamo deciso di pubblicare solo foto dove non compaiono visi riconoscibili...

trascorriamo 15 gg incredibili bellissimi.
Impariamo a conoscerci.Kidane e’ dolcissimo, noi imbranati. Ci dicono che per ogni necessita’ c’e’ un’infermiera o la sua tata.
Non serve. Gia’ il giorno dopo non vai piu’ con nessuno.

In questo viaggio pero’ le emozioni sono troppe! Si fa davvero fatica. Sei un paese terribilmente povero, dove ti colpisce la fierezza e la dignita’ della gente. Soggiorni in un Villaggio dove tutti i bimbi ti chiamano mamma e papa’,e ti chiedono solo di giocare. E poi tuo figli che pare voglia recuperare il tempo perso.

In Africa dove il tempo scorre lento, noi ci troviamo a correre. Vogliamo assaporare ogni momento. Siamo euforici, non ci siamo mai sentiti cosi bene. Ci diamo da fare coi regalini portati per le adozioni a distanza, portiamo coccole ai bimbi piccoli della nursery, giochiamo tantissimo coi bimbi grandicelli. Credo di non aver mai visto mio marito giocare cosi’, come un bambino e ridere a crepapelle.
Vogliamo pero’ anche uscire per conoscere un pochino la terra di ns figlio. Alla prima uscita K. si spaventa, ma poi si entusiasma a salire su quel pulmino. Non riusciamo a visitare molto, K. e’ troppo piccolo per muoverci agevolmente e poi continua a piovere e ogni spostamento risulta difficile.

Siamo davvero fortunati, abbiamo avuto il privilegio di vedere realizzato il nostro sogno.
I giorni trascorrono, raccogliamo le scarne notizie che si hanno di K. Mettiamo insieme un po' della sua storia, andiamo a vedere i posti dove lui dovrebbe essere stato.
E piano piano la nostra permanenza ad Addis volge al termine.
Gli ultimi giorni sono fatti di saluti, di pianti, di tristezza nel cuore. Le tate di K. gli regalano il vestitino etiope ed alcuni oggettini. L'amica speciale gli regala il vestitino per il battesimo. Questi doni fatti da chi non ha nulla e fatti con un amore grande ci colpiscono al cuore. Noi cerchiamo di salutare tutti, e' una giornata difficile. Di cio' che rimane delle ns valigie non porteremo a casa nulla ma distribuiremo tutto.
Arriva la sera, le valigie vanno chiuse e il pulmino ci aspetta.
E' duro questo saluto e' davvero difficile. Il groppo in gola ci impedisce di parlare. Corriamo dai bambini piu' grandi. Mi abbracciano cosi forte e il loro abbraccio dura interi minuti. Non ce la faccio e' cosi difficile. Quel cancello ora si chiude alle mie spalle, abbraccio mio figlio e piango piango silenziosamente fino all'aeroporto.

Meno male, arriviamo in aeroporto e diluvia, meno male perche' non c'e' tempo per salutarci "bene", meno male perche' possiamo trattenere le emozioni e siamo costretti a "scappare". Ho paura del viaggio. Ho paura per K., io che ho sempre adorato viaggiare, per me che bastava la parola partire per essere gia' pronta, in quel momento ero cosi preoccupata!!
Saliamo sull'aereo, ci danno la culla per far riposare il cucciolo, il signore a fianco a noi, italiano si intende, fa un sacco di storie perche' viaggera' scomodo a causa dello spazio occupato dalla culla. La hostess etiope gli da una "girata" e gli cambia posto. K. si addormenta come un angioletto e' tranquillissimo. Io inaspettatamente nel momento in cui si decolla e ci stacchiamo dal suolo etiope sono invasa da mille pensieri, mi sento quasi una ladra a portarlo via, poi mi chiedo quale futuro poteva avere....e in cuor mio mi ripeto "tesoro mio ti riportero' in questa terra, tesoro mio e' certo che ci torneremo" e un'altra agitata crisi di pianto mi colpisce.
Quelle ultime ore ad Addis sono state per me senza ombra di dubbio le piu' difficili.

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